venerdì 19 agosto 2022

Sisma del Centro Italia 2016 - Le storie di Fabio Fantusi, di Amalia Arpini e di Eleonora Saggioro del Rifugio Sebastiani a Rocca di Mezzo (Aq)

Le storie di Fabio Fantusi di Amatrice (RI), di Amalia Arpini di Belforte del Chienti (Mc) e di Eleonora Saggioro del Rifugio Sebastiani a Rocca di Mezzo (Aq) 

Gettare il cuore oltre l’ostacolo con tenacia, determinazione e amore per la propria terra. È questo in sintesi ciò che emerge dalle storie di resilienza e di speranza che arrivano dai territori del Centro Italia feriti dal sisma del 2016 e poi dal covid. Da Fabio Fantusi che vive a San Giusta, frazione di Amatrice, dove gestisce un’azienda agricola con l’obiettivo di far riscoprire le bellezze del territorio, ad Amalia Arpini che, nelle valli dei Monti Sibillini a Belforte del Chienti (Mc), con suo marito Sebastiano e l’aiuto della figlia Katia porta avanti l’azienda agricola e l’agriturismo Le Sodere puntando sul biologico, coltivando lenticchie e farro,  e gestendo l’allevamento di ovini di razza bergamasca; per arrivare a Eleonora Saggioro che con la cooperativa Equorifugio gestisce dal 2000, nel cuore del Parco regionale del Sirente Velino, il rifugio Vincenzo Sebastiani a quota 2102 metri, organizzando anche eventi culturali. Ognuno di loro, nonostante le tante difficoltà di questi anni, grazie alla campagna di raccolta fondi Alleva la speranza +, promossa da Legambiente ed Enel sulla piattaforma Planbee, è riuscito a realizzare il proprio sogno che guarda al futuro dei territori e a rendere concreti progetti su cui hanno lavorato con impegno e sacrifici. Storie e progetti che Legambiente ed Enel ricordano in questi giorni in vista del sesto anniversario del sisma del Centro Italia.

“Sei anni fa il sisma del Centro Italia ha segnato il nostro Paese lasciando una ferita profonda e tutt’ora visibile – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – In questi anni la macchina della ricostruzione è proceduta a rilento tra ritardi, difficoltà burocratiche e altri problemi. Con la campagna Alleva la speranza e Alleva la speranza + abbiamo voluto lanciare insieme a Enel un importante messaggio di rinascita e resilienza ai territori del Centro Italia colpiti dal sisma, dando loro anche un aiuto concreto. Le storie dei tanti protagonisti e beneficiari che abbiamo supportato e stiamo tuttora aiutando, ci raccontano la forza di un territorio che sa guardare avanti nonostante le difficoltà, puntando sulla sostenibilità, sul turismo slow, sull’agricoltura biologica. E questo ci lascia per sperare per il futuro del Centro Italia post sisma”.

“Crediamo che aver promosso questa iniziativa negli ultimi anni – afferma Nicoletta Novi, responsabile CSV and Sustainability Projects di Enel Italia – sia stato un segnale importante per il rilancio dei territori del Centro Italia colpiti dagli eventi sismici e poi messi a dura prova dell’emergenza Covid-19.Con la campagna Alleva la Speranza e Alleva la Speranza + abbiamo voluto dare un contributo concreto per risollevare l’economia locale e aiutare famiglie e giovani imprenditori a ricostruire il futuro nella propria terra, valorizzandone, anche grazie al turismo sostenibile, la ricchezza del patrimonio naturale e la qualità dei prodotti agroalimentari”.

Dal cuore dei Monti Sibillini arriva la storia di Amalia Arpini, la cui attività principale è l’allevamento allo stato semi-brado di ovini di razza Bergamasca, nutriti con alimenti biologici di produzione propria. Grazie ad Alleva la speranza +, Amelia ha realizzato la recinzione delle pecore “che – ci spiega – permettere loro di vivere al pascolo, allo stato brado, e difenderle dall’esterno, al riparo dagli animali selvatici”. Riguardo il terremoto, “quella notta del 24 agosto – racconta Amalia – è rimasta danneggiata solo l’abitazione di mia madre. I danni più gravi li abbiamo avuti con la scossa del 30 ottobre alla stalla degli ovini, alla rimessa attrezzi ed è stato distrutto il magazzino usato per le derrate alimentare degli animali e le semine. Il Covid ha dato un ulteriore colpo alla nostra attività, dopo la pandemia è cambiato il modo di vivere, di comportarsi, e di conseguenza ci siamo dovuti adattare. Qui non è semplice, ma si guarda avanti”. Sulla ricostruzione, Amalia risponde con un “No comment, troppe ad oggi le lungaggini e i cavilli burocratici”.

C’è poi la storia di Eleonora Saggioro che gestisce il Rifugio Sebastiani insieme alla cooperativa Equorifugio, a Rocca di Mezzo, in provincia de L’Aquila.  Eleonora ha dovuto fronteggiare le grandi difficoltà arrivate con lo scoppio della pandemia. “Con le ordinanze per il Coronavirus a marzo 2020 abbiamo chiuso. Ma i veri problemi – spiega Eleonora sulla piattaforma Planbee – si sono presentati quando si è trattato di riaprire. Ci siamo messi in contatto con la Regione, il Coordinamento nazionale rifugi e il Cai di Roma per capire come gestire in sicurezza l’ospitalità. Ad esempio: quando arriva un temporale improvviso e tutti vogliono entrare, bisogna trovare il modo per accogliere le persone in sicurezza”.  Obiettivo raggiunto grazie alle risorse raccolte con Alleva la speranza che hanno permesso di poter realizzare delle mini camerette, in modo che le persone siano autonome.

Lanciato quattro anni fa attraverso la piattaforma Planbee, il crowdfunding Alleva la speranza ha tagliato il traguardo finale nel dicembre 2021. In questi anni la campagna di Legambiente ed Enel a favore di imprese agricole e di allevamento a conduzione familiare del Centro Italia colpite dalle scosse e, successivamente, con Alleva la speranza +, di piccole realtà turistiche extra alberghiere segnate dall’emergenza Covid-19, ha consentito di raccogliere oltre 320mila euro.

Anche grazie ai contributi di circa 1000 donatori, tra singoli, imprese e associazioni, sono stati sostenuti 20 diversi progetti d’impresa: dalla ricostruzione di stalle, all’acquisto di macchinari, recinzioni e mangimi, dalla creazione di aree picnic agli interventi in rifugi di montagna per tornare ad attrarre turisti. Alcuni di questi progetti si sono già conclusi, come quello di Elena Pascalini del Rifugio Mezzi Litri, ad Arquata del Tronto, che ha potuto acquistare una rampa per disabili e strutture di accoglienza mobili e accessibili, in particolare una yurta. Amelia Nibi ad Amatrice e Arianna Veneri, a Norcia, hanno potuto ricostruire le loro stalle, all’interno di aziende impegnate in progetti più ampi, dalla vendita di prodotti locali al turismo sostenibile. Alba Alessandri, a Pieve Torina, nelle Marche, ha potuto realizzare la recinzione antilupo necessaria per la riconversione a biologico dell’allevamento di mucche. E Simone Vagni ha potuto acquistare macchinari per migliorare la gestione della sua azienda agricola biologica che si trova a Cascia (Pg). Ultimi in ordine di arrivo i progetti che hanno avuto per protagonisti Fabio Fantusi, Amalia Arpini ed Eleonora Saggioro.

L’impegno di Alleva la speranza sta continuando per tutto il 2022 accompagnando le aziende impegnate che hanno avviato da poco i lavori previsti o devono ancora iniziarli, in attesa delle autorizzazioni richieste.

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