Basketball at the 1996 Summer Olympics – Women's team rosters
Italy
The following players represented Italy:
Susanna Bonfiglio
Mara Fullin
Nicoletta Caselin
Catarina Pollini
Giuseppina Tufano
Stefania Zanussi
Elena Paparazzo
Valentina Gardellin
Viviana Ballabio
Marta Rezoagli
Lorenza Arnetoli
Novella Schiesaro
Catarina Pollini (Vicenza, 16 marzo 1966) è un'ex cestista e allenatrice di pallacanestro italiana. Soprannominata Zarina per l'originalità del nome e l'eleganza dei movimenti, è stata bandiera dei club italiani più titolati, l'A.S.Vicenza negli anni Ottanta e la Pool Comense nei Novanta, oltre che della nazionale, che abbandonò per scelta propria dopo l'Olimpiade di Atlanta.
Italy
The following players represented Italy:
Susanna Bonfiglio
Mara Fullin
Nicoletta Caselin
Catarina Pollini
Giuseppina Tufano
Stefania Zanussi
Elena Paparazzo
Valentina Gardellin
Viviana Ballabio
Marta Rezoagli
Lorenza Arnetoli
Novella Schiesaro
Catarina Pollini (Vicenza, 16 marzo 1966) è un'ex cestista e allenatrice di pallacanestro italiana. Soprannominata Zarina per l'originalità del nome e l'eleganza dei movimenti, è stata bandiera dei club italiani più titolati, l'A.S.Vicenza negli anni Ottanta e la Pool Comense nei Novanta, oltre che della nazionale, che abbandonò per scelta propria dopo l'Olimpiade di Atlanta.

Di basket italiano si parlò comunque, ad Atlanta. Merito della
squadra femminile, che per la seconda volta consecutiva riuscì, per così
dire, a colmare il vuoto. Il tecnico delle Olimpiadi di Barcellona, Franco Novarina,
si era dimesso dopo l’amarezza degli Europei di Perugia del ’93, quando
invece di un possibile trionfo era arrivato un deludente quarto posto,
con due sconfitte all’ultimo secondo (Francia in semifinale e Slovenia
nella finale per il bronzo). Al suo posto era stato chiamato Riccardo Sales,
allenatore di lungo corso nel settore maschile, sia in importanti
squadre di club, che in Nazionale come vice di Sandro Gamba. Portò tanta
di quella esperienza (e di serietà professionale) da sospingere presto
la squadra verso traguardi prestigiosi. Nel ’95, un oro alle Universiadi di Fukuoka e un argento agli Europei
di Brno: per trovare un piazzamento migliore in questa competizione
bisognava andare indietro nientemeno che alla prima edizione, quella del
lontano 1936 a Roma, quando il basket femminile era praticamente un
altro sport; poi solo un bronzo, nel ’74 a Cagliari.

Giunta di slancio al torneo di Atlanta, la Nazionale di Sales ottenne
subito un risultato storico. Nella partita d’esordio batté la Cina (75 a
72), squadra che si era peraltro aggiudicato l’argento a Barcellona:
era il primo successo delle azzurre alle Olimpiadi! Sulle ali
dell’entusiasmo, ne arrivarono altre due di vittorie, con Canada e
Giappone; dopo l’onorevole sconfitta con la Russia (75 a 70), stava per
scapparci un’altra prodezza contro le fortissime brasiliane, che alla
fine ebbero la meglio per un solo punto (74 a 73). Fu comunque raggiunta
la qualificazione ai quarti, ma lì si ruppe l’incantesimo. Di fronte ci
si ritrovò la «bestia nera» Ucraina, che alle azzurre aveva negato
l’oro nell’europeo di Brno: era la partita decisiva, che avrebbe potuto
spianare la strada verso la semifinale e, perchè no, verso una possibile
medaglia; invece, capitò la giornata no, peraltro in una partita
giocata male da entrambe le parti, e una sconfitta senza attenuanti (59 a
50). Non fu facile smaltire la delusione; si arrivò tanto demoralizzati
alla finale per il 7° posto (dopo la sconfitta con Cuba) da perdere
anche quella, addirittura col Giappone già sconfitto nel girone
eliminatorio. Risultato finale: 8° posto, lo stesso di Mosca ’80 e di
Barcellona ’92; ma stavolta non si trattava dell’ultimo, perché le
squadre partecipanti erano dodici, e qualche soddisfazione in più c’era
sicuramente stata.
Tra le azzurre, quattro giocatrici avevano già respirato aria di Olimpiadi, a Barcellona ’92: erano Mara Fullin, Catarina Pollini, Elena Paparazzo (che nel frattempo si erano ritrovate tutte e tre insieme nella Comense, aggiudicandosi gli ultimi due scudetti) e Pina Tufano (la «due metri» lanciata da Priolo, poi trasferitasi ad Avellino e a Cesena).Attorno a loro, Sales aveva ridisegnato la squadra, lasciando spazio a
giovani che, per caratteristiche tecniche e atletiche, si avvicinavano
di più alla sua filosofia di gioco. In bella evidenza il gruppo delle
«piccolette», abili soprattutto in contropiede e nelle conclusioni a
canestro, formato da Viviana Ballabio, Nicoletta Caselin, Valentina Gardellin e Susanna Bonfiglio. Una play-guardia di grande talento, quest’ultima; Santino Coppa,
profeta di Priolo, aveva visto bene nel portarsela via, ancora
quindicenne, dalla natia Liguria: a 17 anni era già una protagonista del
massimo campionato, a 20 arrivava la prima chiamata in Nazionale e di
lì a poco i primi successi con la gestione Sales. Artefice del secondo
scudetto di Priolo (nel 2000), Susanna sarebbe diventata la prima
giocatrice italiana a militare, seppure per poco tempo, nella Women NBA,
con la divisa della Phoenix Mercury, e sicuramente tanti altri titoli
avrebbe potuto collezionare se gli infortuni non l’avessero perseguitata
fin da giovanissima. http://www.basketcatanese.it/2012/06/25/basket-e-olimpiadi-atlanta-1996-sogno-svanito-per-le-cestiste-azzurre/
HitParadeItalia
- Top20 del 20 Luglio 1996
15 ^ Forever love Gary Barlow
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