L'anima vagabonda si
sente attratta, forse protagonista di un domani che riporta al suo ieri, e
senza un apparente motivo decide di entrare.
C'è aria di abbandono... osserva ciò che invero appare meticolosamente ordinato. I divani sono coperti, così come i quadri e le sculture. Unica presenza, un gatto, probabilmente entrato da una finestra, un vetro rotto in basso a destra.
C'è aria di abbandono... osserva ciò che invero appare meticolosamente ordinato. I divani sono coperti, così come i quadri e le sculture. Unica presenza, un gatto, probabilmente entrato da una finestra, un vetro rotto in basso a destra.
L'anima si pone tante
domande alle quali cerca risposta...
Il gatto non ha paura,
io forse sì o cosa dico, forse provo ad avvicinarlo…
Non si fida, conosce la
diffidenza per i troppi umani che non conoscono il rispetto per l’altrui
vivere; si sposta repentinamente dietro il piccolo mobile con sopra una delle
sculture...
L'abbraccio di due
amanti...
Si guardano con infinito
amore, loro forgiati da mani esperte e forse da un amore che ricordava qualcosa
di bello.
La purezza del loro
sguardo, la bellezza dei loro volti, la levigatezza dei loro corpi, la perfetta
sintonia delle loro mani, trasmettono un caldo sentimento, una passione una
bellezza come due corpi nudi nella calda solitudine di un tempo senza tempo.
A pochi metri di
distanza, un cavalletto con sopra una tela... Vicino, dei colori semisecchi...
Quel bagliore...
L'anima errante lo
riconosce...
È il suo
bagliore...
Mi avvicino, comincio a scarabocchiare qualcosa, non so cosa...
Piano piano sulla tela il grigio, il nero, il bianco, il verde, l'azzurro, il giallo, il rosso...
La mia voce accenna un
motivo...
Un'idea prende
forma...
Uomini, donne, un
bambino che accarezza il gatto che mi osserva sempre più diffidente;
tutti loro sono sopra un calesse di un colore tra il rosso e l’arancione,
attraversano un paesaggio freddo, grigio, illuminato nella sua desolazione da
un raggio di luce in un piccolo angolo quasi una linea di confine.
In lontananza, il mare
azzurro di un colore ormai troppo distante dal gioioso riluccicare delle
insenature condite da plastica e mozziconi del nostro invadere sporcando ogni
cosa; quell’angolo di luce è una carezza lieve e delicata su un piccolo,
assolato paesino.
Una nuova vita, una
speranza nuova, un discorso nuovo o forse il vecchio pensare che indica il
futuro da rigenerare...
L'anima non più errante
e vagabonda ha trovato la sua nuova casa rosa...
Il suo nome è ARTE.
"…. sono felice,
fintanto che potrò dipingere."
Frida Kahlo
Frida Kahlo
Una nuova casa rosa...
Silvana Guida, Giuseppe
Giorgi
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