mercoledì 19 febbraio 2025

I sette contro Tebe di Eschilo / Teatro di guerra film del 1998 diretto da Mario Martone.

I sette contro Tebe, o I sette a Tebe è una tragedia di Eschilo, rappresentata per la prima volta ad Atene alle Grandi Dionisie del 467 a.C. L'opera si inserisce all'interno del cosiddetto Ciclo tebano, ed è la terza ed ultima parte di una trilogia legata, ossia di una sequenza di tre tragedie che raccontavano un'unica lunga vicenda. La prima e seconda parte della trilogia, le tragedie Laio ed Edipo, sono andate perdute. Alla fine della trilogia venne inoltre messo in scena il dramma satiresco Sfinge, anch'esso perduto
Antefatto della vicenda: Eteocle e Polinice, figli di Edipo, si erano accordati per spartirsi il potere sulla città di Tebe; avrebbero regnato un anno a testa, alternandosi sul trono. Eteocle, tuttavia, allo scadere del proprio anno, non aveva voluto lasciare il proprio posto, sicché Polinice, con l'appoggio del re di Argo Adrasto, aveva dichiarato guerra al proprio fratello e alla propria patria.
All'inizio del dramma, Eteocle appare impegnato a rincuorare la popolazione preoccupata per l'imminente arrivo dell'esercito nemico. Giunge un messaggero, che informa che gli uomini di Polinice sono nei pressi della città e hanno deciso di presidiare le sette porte della città di Tebe con sette dei loro più forti guerrieri. È quindi necessario che Eteocle scelga a sua volta sette guerrieri da contrapporre a quelli nemici, ognuno a difendere una porta.
Assegnazione delle porte
  • Porte Guerriero di Eteocle Guerriero di Polinice
  • Porta di Preto Melanippo Tideo
  • Porta Elettra Polifonte Capaneo
  • Porta Nuova Megareo[3] Eteoclo
  • Porta Atena Onca Iperbio Ippomedonte
  • Porta Nord Attore Partenopeo
  • Porta Omoloide Lastene Anfiarao
  • Settima Porta Eteocle Polinice
Ricevuta la notizia, il coro di giovani tebane reagisce con paura, ma Eteocle le rimprovera aspramente per questo. Torna il messaggero e riferisce che i sette guerrieri nemici, tirando a sorte, hanno deciso a quale porta essere assegnati. Eteocle viene informato sul nome e le caratteristiche principali di ognuno, e ad essi contrappone un proprio guerriero. Risulta in questa circostanza che i sette nemici sono eccessivamente confidenti nel proprio valore, a tal punto da peccare di arroganza, poiché alcuni di essi sfidano gli dei a fermarli nel loro impeto guerriero. Quando il messaggero nomina il settimo guerriero, che è il fratello Polinice, Eteocle capisce di essere predestinato allo scontro con lui, e che probabilmente nessuno dei due ne uscirà vivo. Tuttavia non si tira indietro, nonostante i tentativi del coro di dissuaderlo.
Le giovani donne del coro, in attesa di notizie sull'esito della battaglia, intonano un canto pieno di paura, al termine del quale arriva il messaggero. Questi informa che sei delle sette porte di Tebe hanno tenuto, dunque l'attacco è stato respinto. Alla settima porta però i due fratelli Eteocle e Polinice si sono dati la morte l'un l'altro, com'era timore di tutti. Di fronte a questa notizia, la felicità per la battaglia vinta passa in secondo piano: vengono portati in scena i cadaveri dei due fratelli, e il coro piange la loro triste sorte. Tocca ancora al coro enunciare il compimento della maledizione che grava sulla stirpe di Edipo, poiché Eteocle e Polinice, come del resto le loro sorelle Antigone e Ismene, sono stati maledetti da Edipo perché nati dal ventre di Giocasta, a sua volta madre di Edipo. L'azione delle Erinni, implacabili divinità della vendetta, della furia e del rimorso, ha trovato compimento. Qui con ogni probabilità terminava l'opera scritta da Eschilo.https://it.wikipedia.org/wiki/I_sette_contro_Tebe
  • Teatro di guerra è un film del 1998 diretto da Mario Martone.
Una giovane compagnia teatrale napoletana intende rappresentare nella Sarajevo martoriata dalla guerra la tragedia I sette contro Tebe di Eschilo, che tratta appunto di come l'antica città greca di Tebe sia posta sotto assedio contestualmente ad un conflitto bellico sanguinario e fratricida.
Tra mille difficoltà e ristrettezze economiche, nella degradata quotidianità dei Quartieri Spagnoli si alternano prove teatrali e scorci privati degli appartenenti allo scalcinato gruppo di attori ed alle sue pittoresche figure di contorno. Silvano è una sorta di ras del quartiere che protegge il gruppo, Luisella, un'attrice in ascesa che, ben poco convinta dalla validità del progetto, finirà per abbandonare il gruppo per partecipare a un film; il regista Leo tiene i rapporti con il bosniaco Jasmin - suo canale di collegamento con la capitale bosniaca assediata - ed è l'anima del progetto, che però raccoglie solo indifferenza dai giornalisti e dagli addetti ai lavori. Parallelamente, e con tutt'altro tenore di mezzi, nel Teatro Stabile si svolgono le prove de La bisbetica domata di William Shakespeare, dirette dallo scafato e spregiudicato Franco. La grintosa Sara, attrice ormai affermatasi ed in cerca di nuovi stimoli ed esperienze, proprio a causa di contrasti artistici con il regista Franco passerà dunque al gruppo di Leo, ma ciononostante avrà non poche difficoltà ad adattarsi allo sperimentalismo alla Living Theatre avallato da questi.
Avvengono le prove generali, ma lo spettacolo eschiliano non andrà mai in scena: Jasmin è morto in un bombardamento e l'unica cosa di Sarajevo a comparire nel film sarà una pietra annerita della Vijećnica (la famosa biblioteca di Sarajevo distrutta nella guerra) spedita a Leo, che questi regalerà a una bosniaca che lavora nella biblioteca di Napoli. Il film si chiude con la cena dopo la prima dello spettacolo scespiriano, in cui Franco dichiara prosaicamente una concezione del teatro completamente opposta da quella portata avanti da Leo, all'insegna della ricerca del mero successo di pubblico e del disimpegno politico ("A quella povera gente servono armi" dirà infatti alquanto seraficamente).
Critica e analisi
Il film è stato presentato nella sezione Un Certain Regard al 51º Festival di Cannes. Secondo il Dizionario dei film di Morandini è il miglior film italiano degli anni novanta.
  • Riconoscimenti
1998 - David di Donatello
  • Miglior montaggio a Jacopo Quadri
  • Candidatura come Miglior regista a Mario Martone
  • Candidatura come Migliore attrice protagonista a Anna Bonaiuto
  • Candidatura come Miglior fotografia a Pasquale Mari
1999 - Nastro d'argento
  • Candidatura come Regista del miglior film a Mario Martone
  • Candidatura come Migliore produttore a Lucky Red e Teatri Uniti
  • Candidatura come Miglior soggetto a Mario Martone
  • Candidatura come Migliore sceneggiatura a Mario Martone
1998 - Ciak d'oro
  • Migliore sonoro in presa diretta a Mario Iaquone e Daghi Rondanini

Nessun commento:

Posta un commento

Campionato del Mondo 2025 di pallavolo femminile | Thailandia 22 agosto > 7 settembre.

Definito il roster italiano che prenderà parte al Campionato del Mondo 2025 di pallavolo femminile in programma in Thailandia dal 22 agosto ...