I botti non sono divertimento per tutti.
Per cani e gatti sono fonte di paura, stress e pericolo.
Un gesto di civiltà è scegliere un Capodanno più silenzioso, fatto di luci, musica e condivisione — non di esplosioni.
Proteggiamo chi non ha voce.
Diciamo NO ai botti. SÌ al rispetto. Biagio Simonetti
Facciamolo per i nostri amici a quattro zampe. Diciamo no ai botti di Capodanno!
Diciamo NO ai botti e festeggiamo tutelando anche gli amici a quattro zampe. Comune di Sant'Anastasia
Si sono sacrificati per le vostre risa, per la vostra ignoranza.
Botti di Capodanno scorso.
Questi gattini non li ha buttati nessuno in mezzo alla strada.
Non sono morti per fame.
Non sono morti per malattia.
Sono morti di paura.
Di terrore puro.
Di cuori piccoli esplosi mentre intorno c’era chi rideva, chi brindava, chi si divertiva a far scoppiare l’inferno.
I botti uccidono.
Uccidono anche quando non li vedi.
Uccidono nel silenzio, lontano dalle feste, lontano dalle case, lontano dagli occhi di chi poi dice: “Ma io non lo sapevo”.
Lo sapevi.
Ogni anno succede....
I Mici di Loana
Un atto d'amore per tutti i nostri animaletti. Comune di Sora
Vi direi di scappare.
Di alzarvi in volo prima che sia troppo tardi.
Di non fidarvi del silenzio che precede la mezzanotte.
Perché tra poche ore il cielo verrà bombardato da rumori che non potete immaginare.
Esplosioni inutili, luci violente, boati che per voi non sono festa ma terrore puro.
Vi spaventerete, vi perderete, sbatterete contro muri invisibili, cadendo nel vuoto.
Qualcuno non ce la farà.
Se potessi, vi avviserei che tutto questo accade ogni anno.
Che noi esseri umani spendiamo milioni per far scoppiare il cielo,
mentre diciamo di amare la natura, gli animali, la vita.
Ma la verità è più scomoda:
ci interessa divertirci, senza pensare alle conseguenze.
Senza chiederci cosa succede a chi fugge nel buio.
Chi muore di paura, chi precipita, chi non ritrova più il suo nido… è considerato un “effetto collaterale”.
Siamo noi a chiamarci civili.
Siamo noi a definirci evoluti.
Eppure continuiamo, anno dopo anno, a creare l’inferno per chi non può difendersi, in cielo e in terra.
Se potessi davvero comunicare con voi, vi chiederei scusa.
A nome di chi non vuole vedere.
A nome di chi confonde la festa con la violenza. Roberta Gaeta
in queste ore che ci accompagnano verso il nuovo anno, sento il bisogno di condividere con voi un pensiero semplice, detto con rispetto e con il cuore.
Per molti i botti sono solo rumore, pochi istanti e tutto passa.
Per gli animali, invece, è qualcosa di molto diverso: è paura improvvisa, profonda, incontrollabile.
Una paura che li manda in panico, che li fa fuggire senza orientamento, che mette il loro corpo sotto uno stress enorme.
E purtroppo sì, in alcuni casi questa paura può essere così forte da non lasciare scampo.
Non è una colpa non saperlo.
Ma quando lo sappiamo, possiamo scegliere.
Viviamo già in un mondo che fa abbastanza rumore, che ci mostra ogni giorno immagini e suoni duri, difficili da sopportare.
Forse il modo più bello per festeggiare è proprio andare nella direzione opposta.
La festa non è lo scoppio.
La festa è uno sguardo, un brindisi, una carezza, una luce accesa.
È iniziare l’anno nuovo con un gesto di attenzione verso chi non può difendersi.
Se possiamo, scegliamo un Capodanno più gentile.
Per gli animali.
Per noi.
Per il senso più profondo della parola “festa”.
Con affetto,
Roby - Roby Facchinetti
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