sabato 30 marzo 2019

Francesco Libetta MUSICISTA IN POCHI DECENNI


Francesco Libetta
MUSICISTA IN POCHI DECENNI
Idoli, opinioni, esperienze sulla strada del successo sicuro

A volte capita di chiedere o di sentirsi chiedere: “Che cosa pensi quando suoni?” oppure: “Come si fa a suonare bene?”.La musica non è un catalogo di sentimenti semplici, o verbalizzabili. 
Attraverso l'arte, con la scelta di studiare uno strumento e attraverso l'esecuzione di un capolavoro musicale, noi riusciamo ad alludere a esperienze personali, culturali o emotive, dimostriamo la natura dei nostri atteggiamenti verso il mondo e verso gli altri. Osceno è ciò che resta, e deve restare, fuori dalla scena; ciò che un musicista pensa mentre suona fa parte di tale categoria. Se un musicista lo svela, e lo consegna non più a se stesso durante lo studio, ma al pubblico attraverso un concerto o attraverso interviste, intraprende un percorso di vita 
potenzialmente infinito, che il presente libro ripercorre a piccole tappe.

INDICE SOMMARIO
Prolegomeni
Capitolo I - Piacere agli altri o a se stessi. Quando di noi ci piace il fatto che seduciamo gli altri
Capitolo II - Musica aut carriera. Quando le due cose divergono
Capitolo III - Le misteriose vie delle giurie dei concorsi
Capitolo IV - Non c'è peggior sconfitto di chi non ha voluto vincere. Come procurarsi guai.
Capitolo V - Elogio dello sconfitto
Capitolo VI - L'autodisciplina, i flagellanti, gli invidiabili
Capitolo VII - Scuole, dialetti, tendenze estetiche internazionali
Capitolo VIII - Perché suonare qualcosa anziché qualcos'altro
Capitolo IX - Il mercato della musica dal vivo. Agiografia di un divo da mainstream
Capitolo X - Dovendo fare per tre, meglio fare da sé
Capitolo XI - Scorciatoie, investimenti, patrimoni e capitali
Capitolo XII - Amicizie, influenze, ingerenze
Capitolo XIII - Il talento euboico e quello eginetico
Capitolo XIV - Proust docet. La società e le gerarchie invisibili
Capitolo XV - Riforme e generazioni. Quando l'eternità non è mai abbastanza. I posteri e il loro senno. Analisi di un presumibile asse ereditario: registrazioni, articoli, stampa, testimonianze
Capitolo XV - Monadi o Fratelli?
Capitolo XVII - Warum?
Capitolo XVIII - Per una Teoria del Tutto e di altre cose ancora

Appendice
Un vocabolario del palcoscenico, da Amnesia a Zuzzurellone
Gli appassionati di musica classica che conoscono le straordinarie capacità del Francesco Libetta musicista, compositore e direttore d’orchestra,
con il volume Musicista in pochi decenni – Idoli, opinioni, esperienze sulla strada del successo sicuro, avranno la possibilità di scoprire il talento letterario dell’artista salentino.
Nel volume pubblicato da Zecchini a ottobre 2018, Libetta guida il lettore nel mondo della musica classica con scrittura accattivante e attenta, condividendo riflessioni sulla formazione dell’artista e sulle sue scelte di repertorio, svelando i meccanismi dietro i grandi concorsi musicali, raccontando in maniera vividissima le personalità che popolano il mondo artistico della musica e del teatro ed elargendo consigli ai giovani musicisti che in questo mondo vorrebbero e potrebbero entrare.
Le riflessioni di Libetta sulla musica e la via dell’artista spaziano dalle strategie di gestione della figura pubblica all’analisi di problematiche esistenziali con uno stile che rivela spessore culturale, grandi capacità letterarie e una straordinaria naturalezza nell’eloquio.  
La prosa elegante e sinuosa di Libetta si snoda sulle pagine con un fare sornione 
che ben si sposa all’ironia sotterranea che percorre il volume, 
e che a tratti emerge conducendo il lettore a dei momenti sorprendentemente comici. 
Musicista in pochi decenni è un manuale per aspiranti musicisti e un divertente ritratto di una comunità artistica, animato in ogni pagina dalla grande capacità affabulatoria del Libetta-scrittore.
La grande personalità del Libetta-scrittore è evidente anche nell’originalissimo Vocabolario del palcoscenico a fine testo, che combina lo stile pedissequo di un’enciclopedia a riflessioni esistenziali spesso cariche di un umorismo elegante, che si disvela in armonia con il ritmo della sintassi.
Eccone un esempio: dal capitolo “Le misteriose vie delle giurie dei concorsi”
Il momento delle votazioni, con certe commissioni, può essere traumatico non solo per la responsabilità e l’impegno con cui il giovane si sente spinto, ma anche perché ci sono maestri che confondono la simpatia verso il giovane studente per affetto, l’affetto per stima, e dunque per partito preso rifiutano da una giuria qualsiasi giudizio che non sia il Primo Premio anzi, a volte viene da pensare che se potessero rifiuterebbero di accettare anche quello, preferendo direttamente l’intitolazione del concorso o almeno la definitiva cessazione di futuri riconoscimenti, premi e targhe a successivi concorrenti e ulteriori rivali.
Inserisco qui un’amara considerazione: i giurati sono uomini, con tutte le loro passioni, e sono artisti abituati a proiettare in un regno di verità i propri odi e furori. 
La disonestà è dietro l’angolo. Alcuni nomi di celebri maestri sono circondati da leggende: si dice che nei concorsi dove uno di loro è in commissione vincano solo candidati che sono stati suoi studenti. A volte è vero che si percepisce qualcosa di sospetto nei risultati; ma a volte tale calunnia che circola sul comportamento del maestro è del tutto infondata. Prendiamo il caso di un altro famoso docente di Rombebai, con cui sono stato in commissione. 
Quando mi è capitato di essere in una commissione di concorso del quale costui era presidente, il suo comportamento era stato ineccepibile, assolutamente perfetto.
 Eppure i risultati finali erano pericolosamente tendenti al sospetto;  
a pensarci bene, il problema infatti non era lui, ma noi. https://www.librinews.it/

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