martedì 23 luglio 2019

Campionati Mondiali #Gwangju2019. Simona Quadarella, Martina Carraro.

Simona Quadarella è campionessa del mondo. 
© AP
Vince i 1500 stile libero dieci anni dopo un'altra romana, Alessia Filippi, cui chiedeva autografi al Foro Italico durante il mondiale nella capitale e cui ora sottrae anche il record italiano. Ne sono passati di avversarie lungo il cammino verso il titolo iridato, cominciato sgambettando alla piscina della Polisportiva Delta nella borgata Ottavia e superando la sorella più grande Erika che andava forte, ma ancora di più sui libri di scuola. A 14 anni era già sul podio italiano della sua categoria, due anni dopo su quello dei grandi e vinceva pure l'oro olimpico giovanile a Nanchino
Da lì è stata una rapida escalation. Cresce con il tecnico Christian Minotti al Circolo Canottieri Aniene, diventa pompiere e si scopre al mondo: col terzo posto iridato a Budapest si fa conoscere a livello planetario, l'anno scorso domina 400, 800 e 1500 agli europei di Glasgow e adesso si prende tutto. Le manca la medaglia olimpica che potrebbe arrivare tra 12 mesi, poi si porranno altri obiettivi perché Quadarella è ambiziosa e deliziosa con quel sorriso timido ed educato che che fa empatia e quegli occhioni grandi che sanno di amicizia. Si presenta in zona mista ancora coi lacrimoni di gioia e incoscienza, consapevole di aver raggiunto l'obiettivo e quasi rammaricata dall'assenza di Katie Ledecky perché in cuor suo, anche se non lo dice apertamente, pensava di poterla pure battere, ma tanto ci sarà tempo e modo. 
Risultati immagini per Mondiali. Quadarella 1500 d'oro.
Le lacrime le aveva già cominciate a versare sul bordo vasca, ma prima i baci dedicati dopo il tocco e la visione celestiale del tabellone e un attimo che ha dedicato a se stessa, distesa sul pelo dell'acqua con gli occhi chiusi. Però non le trattiene, continuano a scendere, piena di gioia: "Neanche me la ricordo la gara, non ci sto capendo niente - ammette candidamente prima di ritrovare lucidità - Quando ho saputo che Ledecky non avrebbe gareggiato sapevo che avrei potuto vincere, di essere la favorita, però immaginarlo è una cosa e riuscirci ben altra. Abbiamo deciso di fare la gara su di noi. Se non c'era vuole dire che non era in grado di gareggiare". Poche parole prima della cerimonia di premiazione con lei che intona l'inno di Mameli e porta la medaglia al petto per le foto che la ritraggono in cima al mondo. "Sto provando delle sensazioni pazzesche difficili da descrivere - continua successivamente - Ho sempre sognato di diventare la numero uno al mondo. E' quello che volevo e mi sembra incredibile che ci sia riuscita, che sia vero, che non sia un sogno. Durante la gara pensavo che non vedevo l'ora che finisse. Sapevo che stavo vincendo e quindi i 1500 metri mi sono sembrati molto di più, lunghissimi. Ma a tratti me la sono pure goduta, soprattutto verso la fine, quando ho acquisito pieno di consapevolezza della vittoria. Questa medaglia d'oro la dedico a me, a Christian (Minotti, ndr), alla mia squadra e alla mia famiglia che mi ha sempre supportato e creduto in me".
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Raggiante Christian Minotti: "Oro inaspettato alla vigilia perché si sono incastrate una serie di situazioni che è inutile negare. Ledecky non era in condizione, ha rinunciato alla finale e noi ne abbiamo approfittato. Godiamoci il momento, poi penseremo agli 800 e da settembre alle Olimpiadi. Siamo tra i più forti al mondo, in questo momento siamo i migliori, ma bisogna continuare a lavorare con serietà, restare coi piedi per terra perché ci aspetteranno tutti a Tokyo".
CARRARO DI BRONZO NEI 100 RANA.
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"Sapevo che sarebbe stato difficile, ma possibile". Martina Carraro sale sul podio dei 100 rana portando il record italiano che deteneva con Arianna Castiglioni sull' 1'06"36 (31"59, settima ai 50), tre centesimi meno del tempo di qualificazione. Impossibile ottenere di più con le dominatrici della specialità che si sono contese il successo. Vince la campionessa olimpica e mondiale, la statunitense Lilly King, in 1'04"93, con 56 centesimi di vantaggio sulla vice campionessa olimpica e mondiale, nonché regina d'Europa di tutte e tre le distanze della rana, la russa Yuliya Efimova. "Sono contentissima - asserisce la 26enne genovese allenata dal 2018 dal tecnico Cesare Casella a Imola insieme al compagno Fabio Scozzoli - E' stato difficile rimanere concentrata perché l'attesa è stata snervante. E' stato un pomeriggio lungo, lunghissimo. Fabio mi ha aiutato molto a restare calma. Ad un certo punto mi è venuta anche fame, del resto sono le 22! Poi è avvenuto tutto velocemente. Sono contenta di avere migliorato ancora il personale anche in finale perché non è per niente scontato. Al podio ho cominciato a pensarci dopo le semifinali. Sapevo che sarebbe stato molto difficile, ma anche che tolte King ed Efimova eravamo tutte lì. Sono stata proprio brava", conclude smagliante l'atleta di Fiamme Azzurre e Azzurra 91, che proprio a Gwangju conquistò il bronzo nei 50 rana alle Universiadi del 2015 prima di esplodere la scorsa stagione con l'argento ai Giochi del Mediterraneo e il bronzo ai mondiali in vasca corta nella breve distanza diventando, peraltro, la prima italiana a nuotarla sotto i 30 secondi (29"59). 

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