Anita Pallenberg è stata una modella, attrice e stilista italiana, nota per essere stata la compagna prima di Brian Jones e poi di Keith Richards, entrambi membri dei Rolling Stones.
Figlia di un agente del turismo italiano, Arnoldo Pallenberg, e della segretaria tedesca Paula Wiederhold, fu nota principalmente per le storie sentimentali che la legarono a Mario Schifano ed a due membri de Rolling Stones: dapprima Brian Jones (che la incontrò nel 1965) e in seguito dal 1967 di Keith Richards.
Con Richards ha avuto tre figli: Marlon Richards (nato nel 1969)
Dandelion Richards (nata nel 1972), meglio nota col nome di Angela Richards; ed infine Tara Richards, nato nel 1976, ma morto per problemi di salute poco dopo la nascita.
Come Richards, la Pallenberg si disintossica dall'eroina.
Ci sono state voci secondo cui ebbe una breve relazione con Mick Jagger
Anita è sul set a girare Performance con Jagger.
Anita ha sempre negato di aver tradito Keith con Mick, eppure Keith a Bockris dice che anche You Can’t Always Get What You Want è Anita, è Mick che non può averla dopo il film, è Mick che vuole che Anita se ne vada via con lui, è Anita che gli dice no, mordendolo nell’orgoglio.
La canzone Angie (1973), è stata scritta e composta da Keith Richards prima della nascita della loro seconda figlia, quando Anita era incinta ma ancora non sapevano il sesso del bambino, che si rivelò essere, appunto, femmina.
La canzone Chez Keith et Anita di Carla Bruni pubblicata nell'album Little French Songs nel 2013 fa riferimento a lei.
Anita Pallenberg era italiana, romana de Roma, nata e vissuta in una villa “piena di libri, di grandi quadri di donne nude, di statue che giocavo a vestire e svestire, come fossero manichini. Una casa piena di musica, di Kurt Weill”. A 15 anni, i suoi genitori la spediscono in un collegio tedesco per farle imparare le regole dell’alta società. Pochi mesi e Anita si fa cacciare, “per aver fumato, bevuto e – peggio ancora – fatto l’autostop”, quindi il padre la fa ritornare a Roma, la iscrive a una scuola di disegno, ma Anita non ci va, ha di meglio da fare: bigia perché è innamorata, lui fa il pittore, vive a via Ripetta, è drogato perso, e si chiama Mario Schifano. Anita va a vivere con lui, passa i pomeriggi al Caffè Rosati a Piazza del Popolo, posto frequentato da pittori, scrittori, artisti, gente come Fellini, Pasolini, Moravia, Penna. Schifano è chiamato a New York da Ileana Sonnabend, che ricorda un’Anita “tutta truccata di verde”, ma Anita la frequenta poco, a New York va dritta alla Factory, e da Frank O’Hara, dai Beat. Schifano “ha nostalgia della mamma e della pastasciutta”, torna a Roma, Anita non lo segue perché l’agenzia di moda più prestigiosa dell’epoca (quella che gestisce Twiggy) la mette sotto contratto. Anita inizia a fare la modella, gira il mondo, sta di base a Monaco. Qui una sera va al concerto dei Rolling Stones: nel backstage Keith Richards la nota ma Anita no, lei sceglie Brian Jones: le piace Brian perché “mi parla e non fa l’idiota”. “Quando ho conosciuto Anita”, ammette Keith, “me la sono fatta sotto dalla paura”. Anita è bellissima, estrosa, indipendente, è un uragano di esperienze e cultura: “Anita sapeva tutto, di tutti, e sapeva dirlo in 5 lingue”. Al suo confronto, Keith si sente “uno zotico, un provinciale. Anita mi parlava, mi contestava quel poco che le balbettavo. Alle sue domande, l’unica risposta valida sarebbe stata: ‘E io che ne so?!?’”.
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