Il trentaseiesimo Festival di Sanremo si tenne al teatro Ariston di Sanremo dal 13 al 15 febbraio 1986 e fu condotto da Loretta Goggi in collaborazione con Anna Pettinelli, già valletta dell'edizione 1983, Mauro Micheloni e Sergio Mancinelli (conduttori della contemporanea edizione di Discoring), mentre il giornalista sportivo Sandro Ciotti effettuava i collegamenti dal Casinò. Gli intermezzi comici furono affidati al Trio (Massimo Lopez, Anna Marchesini e Tullio Solenghi).
Loretta Goggi fu la prima donna a ricoprire il ruolo di conduttrice principale della kermesse; per tornare a un'altra conduzione interamente femminile bisognava risalire a 25 anni prima nel 1961 con Lilli Lembo e Giuliana Calandra, la quale tuttavia fu sostituita prima della serata finale da Alberto Lionello ed escludendo l'edizione del 1978 la quale, pur se ufficialmente condotta da Maria Giovanna Elmi, per la pratica fu presentata in larga parte da Vittorio Salvetti, che di quell'edizione era anche l'organizzatore.
Vincitore di tale edizione fu Eros Ramazzotti (già vincitore delle Nuove proposte nel 1984) con Adesso tu, brano che lo affermò definitivamente come stella della musica pop a livello internazionale,
mentre tra le Nuove proposte s'impose Lena Biolcati con la canzone Grande grande amore, composta da Maurizio Fabrizio e l'allora batterista dei Pooh Stefano D'Orazio, e che si aggiudicò anche il Premio della critica: fu la prima volta nella storia della rassegna in cui questo andò ad un vincitore effettivo.
La prima serata fa discutere per l’esibizione di Loredana Berté: la cantante, al suo primo Festival, entra in scena con un abito imbottito che simula una gravidanza. Intanto, dietro le quinte, volano parole di fuoco tra Marcella e Rettore.
Russians è un singolo del cantautore britannico Sting, pubblicato il 1º novembre 1985 come quarto estratto dal primo album in studio The Dream of the Blue Turtles.
Il singolo ottenne un notevole riscontro di pubblico che permise allo stesso album di riportarsi ai primi posti per l'intera stagione primaverile. Analoga sorte ottenne in Italia, anche in virtù della partecipazione di Sting come ospite speciale al Festival di Sanremo 1986.
La canzone si focalizza particolarmente sul conflitto che ha dato vita alla guerra fredda tra Stati Uniti d'America ed Unione Sovietica. Il testo non si schiera da nessuna delle due parti ("there's no monopoly on common sense / On either side of the political fence" - "non c'è monopolio sul buon senso / da entrambi i lati della barricata politica") ma descrive i pensieri dei cittadini comuni di entrambe le superpotenze e la loro divergenza politica su quanto stava accadendo ("there's no such thing as a winnable war / It's a lie we don't believe anymore" - "non esistono guerre che possono essere vinte / è una bugia a cui non crediamo più"). Sting cita e prende le distanze sia dal presidente statunitense Ronald Reagan che dal premier sovietico Nikita Chruscev. Il cantante spera quindi che "Russians love their children too" ("anche i russi amino i loro bambini") dal momento che ciò sarebbe a quanto pare l'unica cosa che potrebbe salvare il mondo da un'eventuale cancellazione ad opera delle armi nucleari (che Sting definisce "Oppenheimer's deadly toy" - "il giocattolo mortale di Oppenheimer").
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